martedì 6 aprile 2010

Attraversando la città spesso si finisce con il sognare ad occhi aperti, immaginando la possibilità di poter vivere delle nuove spazialità urbane, ridefinendo il senso stesso dell’attraversamento urbano e del vivere la quotidianità; L’occhio percepisce il vuoto, lo spazio di confine fra un edificio ed un altro, la città come un mondo all’interno del mondo, che rappresenta i nostri momenti di vita e come tale deve essere in grado di seguire ed interpretare le diversità e le trasformazioni in atto nella società contemporanea.
Ma l’involucro resta un involucro, un contenitore di funzioni, molto spesso destinato alle funzione primaria, quella dell’abitare; la complessità dei bisogni e dei desideri del cittadino potrebbe essere oggi, interpretata ed espressa attraverso spazi che sifanno portavoce di funzioni alternative con un carattere intimo, come quello di una camera, ma di utilizzo comune, non più solo privato, così che lo spazio in condivisione, possa architettonicamente fornire nuove soluzione sia nell’interazione dei rapporti fra condomini, ma anche quelli legati al senso stesso delle spazialità urbane.

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