mercoledì 14 luglio 2010

una parete verde

Attraverso la metodologia costruttiva della parete verde si ottiene un forte isolamento naturale, una protezione dagli agenti ambientali e il filtraggio dalle sostanze inquinanti presenti nell’aria. Le piante e la vegetazione integrate negli edifici creano i presupposti per il benessere umano all’interno dell’edificio: infatti le superfici non si surriscaldano e migliorano il microclima, rinfrescando l’ambiente interno durante il periodo estivo e conservando il calore in inverno.

L’azione di raffrescamento dipende dall’effetto ombra dato dalle foglie che mitigano il surriscaldamento della parete e dei relativi vani retrostanti. Le facciate esposte a nord, nord est, nord ovest, si prestano all’applicazione di piante sempreverdi: in inverno si crea tra il fronte del fogliame e la parete stessa uno strato di aria ferma che contribuisce alla conservazione del calore. Si tratta di un involucro termico che durante il periodo estivo limita il surriscaldamento e nei mesi invernali diminuisce le dispersioni di calore.

La vegetazione adatta a fungere da rivestimento alle pareti è costituita dalla vite selvatica, rampicante robusto e di sviluppo rapido, anche su pareti lisce come la qualità ‘Veitchii’ e dall’edera, Hedera helix, anch’essa robusta ma di crescita più lenta.

l'idea, la forma, la materia




Da qui è cominciato tutto, un pò di tempo fa:
















domenica 16 maggio 2010

L’architettura delle origine era naturale, ha cercato di imparare dalla natura. Pietra raccolta dissodando i campi, calce fatta cuocendo calcare con fascine di legna, argilla cavata vicino casa e cotta nello stesso modo, legno ottenuto tagliando l’albero vecchio nel bosco vicino e lasciando crescere il giovane. Nessuno si poneva il problema che fosse a kilometri zero . Lo doveva essere per forza. Che senso ha usare il marmo perlato di Sicilia in Giappone? L’architettura di noi umani fatica a comprendere, soprattutto in questi tempi di confusione. Si fonda con cemento e ferro, si nutre di petrolio, non sa assorbire le energie presenti in grande quantità nel suolo e nel cosmo se non a prezzo di tecnologie complesse, pesanti e devastanti. Consuma e produce scarti in enorme umanità. Distrugge la natura e si distrugge. Oggi l’architettura naturale, l’architettura contemporanea è quella non conosciuta, quella che rigenera e RI-naturalizza l’architettura già costruita, le RI-dà senso , RI-pensa a spazi e luoghi per sottrazione, per cancellazione, per sostituzione con materiali disponibili, locali, rinnovabili, a kilometri zero e soprattutto senza un m2 in più. C’è un grande lavoro da fare e il lavoro è stimolante e affascinante molto più che cancellare suolo fertile usando il territorio come un pezzo di carta neutro e indifferente.

IL PROGRAMMA

IL PALAZZO DELLE FARFALLE La finalità di questo progetto consiste nella riqualificazione dell’insediamento e al miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti non attraverso un intervento di edilizia insediativa ma attraverso un servizio collettivo.
REBUILDING NATURE: con la sua composizione e volumetria il centro si propone come un elemento di rottura con il resto della texture urbana. Componente trainante dell’idea progettuale è l’idea di un opposizione alla cementificazione speculativa e talvolta priva di una composizione architettonica attraverso una riappropriazione-integrazione con la natura.
Serra delle farfalle
LIVING: inteso come luogo del comunicare, dell’aiuto anche attraverso l’esperienza dell’osservazione del micromondo delle farfalle, dove confrontarsi e imparare l’uno dall’altro.
“stanza urbana”
CREATING: è il momento del lavoro dove si cerca di coinvolgere maggiormente l’individuo, dare un fine pratico alle idee, dove ognuno abbia lo spazio il tempo e i mezzi per mettere a frutto la propria creatività contribuendo al benessere comune.
Laboratori
Biblioteca
Spazio ludico-ricreativo

INFRASTRUCTURE: è la capacità di relazionarsi il contesto esistente, il modo in cui la struttura dialoga con il quartiere, con la città, il modo in cui questo centro aspiri a catalizzare l’attenzione su di se facendosi portatore di serenità.
Atrio
Spazio espositivo-informativo

EXCHANGE: ha un influenza non marginale: consiste nel dare uno spazio a chiunque abbia la possibilità, la voglia, l’occasione di offrire il proprio contributo per un progetto formativo.
Workshop
Attività collettive

lunedì 26 aprile 2010

SAFARI IN CITTA' in uno spazio naturale dentro la città consolidata dove tutti possono ammirare le farfalle più belle del mondo dal vivo. Avere, vicino a casa un luogo straordinario, dove osservare la vita di animali tra i più belli per eleganza, forme, disegni e colori. Creare un laboratorio dove tutti: scienziati, studenti, appassionati e visitatori, possano facilmente avvicinare ecosistemi e animali unici. Lavorare per aumentare le possibilità di migliorare e conservare l’ambiente e, attraverso l’esperienza diretta, migliorare la nostra consapevolezza verso la natura e le sue regole. Produrre un modello nuovo di museo, tutto incentrato sulla natura. Collegare l’esistenza stessa del museo vivente a concetti importanti di “economia sostenibile”, cioè il giusto rapporto tra l’uomo e la natura, sia nel luogo dove è realizzato che nei numerosi interventi e iniziative, in regioni e continenti lontani, che ne consentono l’esistenza e ne garantiscono il fine.

IX MUNICIPIO

Storia, Territorio e Ambiente

"Partnership al progetto"

"Partnership al progetto"
Butterfly Arc RESPINTO




WWF RESPINTO



Comune Di Roma APPROVATO!


Dipartimento politiche di riqualificazione delle periferie





martedì 6 aprile 2010

concept progettuali







Attraversando la città spesso si finisce con il sognare ad occhi aperti, immaginando la possibilità di poter vivere delle nuove spazialità urbane, ridefinendo il senso stesso dell’attraversamento urbano e del vivere la quotidianità; L’occhio percepisce il vuoto, lo spazio di confine fra un edificio ed un altro, la città come un mondo all’interno del mondo, che rappresenta i nostri momenti di vita e come tale deve essere in grado di seguire ed interpretare le diversità e le trasformazioni in atto nella società contemporanea.
Ma l’involucro resta un involucro, un contenitore di funzioni, molto spesso destinato alle funzione primaria, quella dell’abitare; la complessità dei bisogni e dei desideri del cittadino potrebbe essere oggi, interpretata ed espressa attraverso spazi che sifanno portavoce di funzioni alternative con un carattere intimo, come quello di una camera, ma di utilizzo comune, non più solo privato, così che lo spazio in condivisione, possa architettonicamente fornire nuove soluzione sia nell’interazione dei rapporti fra condomini, ma anche quelli legati al senso stesso delle spazialità urbane.

lunedì 29 marzo 2010

venerdì 26 marzo 2010

CONVEGNO: Roma 2010-2020: nuovi modelli di trasformazione urbana

giovedì 8 e venerdì 9 aprile 2010 Auditorium Parco della Musica Sala Petrassi Roma
L’8 e il 9 aprile il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, organizza una conferenza cittadina che coinvolgerà le più alte personalità dell’urbanistica e dell’architettura internazionale. Il primo giorno sarà dedicato

programma dell'iniziativa

domenica 21 marzo 2010

martedì 9 marzo 2010

Appio Latino è il nome del nono quartiere di Roma, indicato con Q.IX. ; si trova nell'area sud-est della città, a ridosso delle Mura Aureliane fino all’Appia Antica, da Via di Cecilia Metella all'Appia Nuova; comprende parte del parco Archeologico dell'Appia Antica e tutta la Valle della Caffarella.
Nei secoli Roma ha accumulato inestimabili ricchezze dal punto di vista artistico ed architettonico. Molte ricchezze sono state distrutte, ma il saldo è sicuramente positivo. Un altro aspetto da sottolineare è che nei secoli si è andata complicando la lettura della città.
Se questa era già ampiamente stratificata e complessa ai tempi passati, lo è diventata ancor più nei secoli seguenti. La crescita della città moderna, ha reso ancor più difficile decifrare la città, sia dal punto di vista dello spazio, sia dal punto di vista della profondità temporale. Quartieri come l'Appio Latino, in gran parte costruiti poco prima della seconda guerra mondiale e venuti ad espandersi soprattutto dopo la guerra, dagli anni cinquanta agli anni 70, nascondono aree antiche di estremo interesse, in parte ormai coperte per sempre o, addirittura, cancellate durante gli scavi per costruire le fondazioni delle nuove palazzine. Non si parla solamente di ricchezze archeologiche, bensì anche di ricchezze naturalistiche, come la valle della Caffarella, nella quale si trovano anche piante ed animali di grande interesse; il Parco di Villa Lazzaroni e il Parco Archeologico dell’Appia Antica.
Torpignattara è il nome della zona urbanistica 6a del VI Municipio del comune di Roma. Si estende tra la ferrovia Roma-Sulmona-Pescara e la via Casilina sul quartiere Q.VII Prenestino-Labicano. Questa zona di Roma era conosciuta anche in epoca romana con il nome di Ad Duas Lauros. Comprendeva una residenza imperiale, ville ed alcuni campi di addestramento militare. Il nome Torpignattara ha origine popolare: deriva dalla presenza del mausoleo di Elena, la madre dell'imperatore romano Costantino, che si leva all'interno del territorio "Ad duas lauros". La struttura circolare interna del mausoleo è caratterizzata dalla presenza di anfore (ossia pignatte), venute alla luce nel corso dei secoli successivi con il crollo delle pareti. Quello che era in epoca romana il mausoleo della madre del primo imperatore cristiano della storia, fu ribattezzato dal popolo più semplicemente come "torre delle pignatte" ossia "Torpignattara". Oggi la parte storica di Torpignattara confina con il quartiere Tuscolano, con l'Acquedotto-Alessandrino e con la zona Gordiani. Tra le zone limitrofe più conosciute citiamo l'area del Pigneto, il Mandrione, il Casilino ed il Quadraro.
Attraverso una prima analisi qualitativa del quartiere si può ben desumere “la vocazione” prevalentemente residenziale dello stesso, tuttavia è facile verificare momenti e sviluppi ben differenti della stessa zona riuscendo facilmente a distinguere la parte di territorio pianificata da quella sorta spontaneamente per “iniziativa privata”, a mio parere ormai ben stratificata almeno dal punto di vista “compositivo”: mi riferisco alle palazzine sorte su via di Torpignattara, che nonostante la loro origine abusiva, talvolta completamente prive di un qualsiasi disegno, secondo me, ben rappresentano quel fenomeno urbanistico tipico dei quartieri popolari della periferia romana che se fossero stati meglio indirizzati avrebbero potuto portare alla formazione di periferie più a misura d’uomo;tale mancanza ha portato ad una sovrappopolazione del territorio che ora si dimostra incapace di offrire alla popolazione adeguati standard urbanistici, come aree verdi attrezzate, parcheggi e soprattutto infrastrutture, avendo denotato una carenza di marciapiedi e un opportuna segnaletica orizzontale e verticale a discapito dei pedoni e del traffico.
Torpignattara sarà collegata a partire dal 2011-2012 dalla nuova metropolitana di Roma con la stazione Malatesta.

lunedì 8 marzo 2010

"Visita"
















"Le prime 5 scelte opsionali"

7.UrbanVoids
Via Mandela, Via Sermoneta, Via Mondragone

19 Urban Voids Via degli Angeli (ad. Via degli Arvali)

11 Urban Voids Via Arco di Travertino (ad. Parco delle Tombe latine).

36.UrbanVoids
Via Rocca di PapaVia Sermoneta




25 Urban Voids
Via degli Angeli Via degli Oppii